VIAGGIO NELLA VERDE IRPINIA ALLA SCOPARTA DI UN’ITALIA SCONOSCIUTA
di Alfonso Colarusso
Doveva essere una classica gita di tre giorni messa a calendario nel 2018 tra quelle previste annualmente dal Moto Club Roma ma, nel percorrere in moto questo angolo remoto della nostra bellissima Italia, siamo entrati in una terra di incredibile bellezza dove le strade, mai calpestate da un turista e percorse con difficoltà dalle auto a causa di un asfalto sconnesso e con bordi franati, non servono solo per raggiungere i bellissimi paesi arroccati lungo i costoni montani, ma ti conducono per mano in un viaggio introspettivo dove ritrovi te stesso nel continuo susseguirsi di una cultura profonda, di una storia antica, di una spiritualità che si trova a metà strada tra il cattolicesimo romano e l’ortodossia greca.
Ma andiamo per ordine!
Punto ideale di partenza è centro geografico di questo particolare territorio è la zona compresa tra i paesi-città di Mirabella Eclano e Ariano Irpino.
Da qui si estende una valle ed una strada “l’Ofantina” che taglia in due parti la regione. A sud dell’Ofantina c’è la bellissima montagna sulla cui sommità si può ammirare l’altopiano del Laceno con l’omonimo lago, montagna circondata da paesi martoriati e distrutti da una serie incredibile di terremoti.
Ed è questa forse la parte più conosciuta.
A nord della valle dell’Ofanto e fino al confine con la Puglia, si entra invece in una terra di mezzo dove i paesi sperduti tra montagne e colline conservano intatte le loro tradizioni e la loro cultura millenaria.
Il Moto Club Roma, con la supervisione del sottoscritto e con una guida eccezionale in Tommaso Ferri di Mirabella Eclano, appassionato motociclista e conoscitore dei luoghi, è andato alla scoperta di questa terra di mezzo.
Il viaggio inizia appunto da Mirabella Eclano (ma un buon punto di partenza potrebbe essere anche la zona termale di Villamaina dove le terme (con acqua sulfurea calda) e gli alberghi aprono la stagione solo dopo il 15 giugno.
Già a Mirabella Eclano dove vi sono i resti romani dell’antica Eclanum, si ha il primo sentore di quello che scopriremo nel viaggio.
Nella chiesa Madre della città è conservato un crocifisso del 1200 d.c., unico e particolare, dove il cristo è rappresentato senza alcuna sofferenza, con gli occhi che ti seguono da qualunque lato lo guardi. Dalla chiesa si accede al museo dove, oltre ai cimeli delle antichissime congregazioni religiose che si erano insediate, sono conservati documenti originali risalenti fino al 200 d.c..
Poco distante, in un antico monastero francescano sono conservati i pezzi (smontati) di un carro interamente costruito con paglia intrecciata a formare un campanile con statue e decorazioni, sulla cui cima viene trasportata con un carro trainato da buoi, in processione la madonna ogni anno, il terzo sabato del mese di settembre, con la partecipazione di tutta la cittadinanza che con le funi impedisce al campanile di cadere.
Nei sotterranei del monastero sono state invece sistemate, dopo un ottimo restauro, statue di grandezza naturale rappresentanti l’ultima cena e la via crucis, costruite intorno alla metà del ‘900 in cartapesta con una maestria unica e irripetibile, dove si ha l’impressione di partecipare in prima persona alla scena dei misteri.
Da Mirabella Eclano si raggiungono i territori della “Baronia” che appartenevano al principe Orsini, passando per i bellissimi paesi di Frigento e Sturno arrivando fino al paese di Trevico circa 1000 m.s.l.m., paese che ha dato i natali a Ettore Scola che nel 1973 vi girò il film “Trevico-Torino” sull’emigrazione dei meridionali verso gli stabilimenti della Fiat di Torino.
Da Trevico la strada che porta a Bisaccia passa lungo il costone della montagna e, attraversa un ampio altipiano in mezzo a mostruose costruzioni di pale eoliche.
Si ha l’impressione, specialmente in moto, di trovarsi in una terra aliena e di dover affrontare questi enormi mulini a vento come un moderno Don Chisciotte.
Si giunge quindi al paese di Aquilonia, completamente ricostruito dopo il terremoto del 1980 dove la comunità locale ha realizzato però un incredibile museo Etnografico della civiltà contadina, attraverso la meticolosa raccolta, ricostruzione, restauro e catalogazione degli oggetti, degli spazi, degli ambienti del mondo contadino, per restituire al visitatore la suggestione della memoria e un’occasione di riflessione su un mondo che ognuno di noi conserva latente nel proprio subconscio; quel volto ancestrale di una società basata sul rapporto stretto dell’uomo con il calendario naturale e invariabile delle stagioni e con i suoi rituali religiosi e le sue feste.
Poco distante si può visitare l’antico sito di Carbonara, ovvero l’insediamento delle popolazioni locali prima delle distruzioni dovute a ben tre terremoti che hanno segnato la storia, la vita e il futuro dei suoi abitanti e dove si può meditare sulle differenti modalità con cui gli uomini hanno fatto fronte alla distruzione. Tra i terremoti più recenti si ricordano quello dell’agosto del 1930 con 1404 morti, dove nel successivo mese di ottobre vennero ricostruite completamente tutte le abitazioni nel loro sito naturale.
Poi venne il terremoto del 1962 dove, per fortuna, non vi furono morti ma solo crolli di case la cui ricostruzione è durata circa dieci anni. Quindi l’ultimo terremoto del 1980 con 2500 morti dove la ricostruzione non è mai avvenuta e molti paesi sono stati abbandonati (come appunto Carbonara) dagli abitanti che hanno potuto ricostruire solo dopo oltre 20 anni dal sisma il nuovo insediamento.
Poco distante da Aquilonia si raggiungono i laghi di natura vulcanica di Monticchio, circondati da sorgenti di acqua minerale, su cui si affaccia la bellissima abbazia di San Michele Arcangelo del 1000 d.c. e dalla cui chiesa, costruita nella roccia, è possibile ammirare il panorama dei due laghi. L’abbazia conserva alcune bellissime icone di fattura bizantina.
Riprendendo la strada del ritorno verso Mirabella Eclano e percorrendo la strada Ofantina non si può evitare la visita di una belle più belle abbazie italiane, quella del “Goleto”, situata ai piedi del paese di Sant’Angelo dei Lombardi che nell’ultimo terremoto ha subito gravissime perdite di vite umane, restando completamente distrutto.
L’Abbazia non è un semplice luogo di visita considerato che la sua grandiosa bellezza porta il visitatore all’interno di un viaggio spirituale aiutato da uno scenario e da un’ambientazione unica e irripetibile.
Il nostro viaggio si conclude con questa visione ma anche con la voglia di ritornare, di scoprire ancora luoghi che ci sono stati solo raccontati dagli abitanti del posto ma che, per ragioni di tempo, non abbiamo potuto visitare. Ci resta il desiderio di ripercorrere quelle strade deserte e quei luoghi sconosciuti al turismo ma proprio per questo unici e scolpiti in modo indelebile nella memoria.